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1994: temperatura sotto zero, nevica. Io e Efisio siamo gli unici in tutta la falesia. Parto per un ultimo tentativo su Tritacarne, un 8a che già dal nome non dà speranza di grossi appigli. I miei fuseaux viola non aiutano di certo a mantenere la temperatura e Efisio passa la corda nell’otto, mette i guanti e mi dice: “Fai quest’ultimo tentativo e poi andiamo che fa un freddo boia”.

Supero la prima parte su piccole tacche al grosso rovescio a metà via cerco di scaldare le mani mentre piccole palline di neve gelata mi colpiscono in faccia. Mani gelate ma decido di proseguire e in qualche modo raggiungo la catena (a pensarci adesso con un tempo del genere non uscirei neanche di casa).

2014 Sono di nuovo sotto Tritacarne. Non è che in questi vent’anni fossi rimasto sotto questa parete anzi, ho scalato in mille posti, fatto spedizioni, aperto e liberato vie, spazzolato sassi ecc. e ho vissuto tanti di questi momenti che a volte mi sembrano scomparire nella mia mente, sovrapporsi l’uno all’altro…

Ma torniamo al perché sono sotto questa via: è da qui che parte una nuova linea che voglio assolutamente chiudere, sono tre anni che mi sfugge per un motivo o per l’altro e quest’anno, dopo aver risolto Riti tribali (più corta e di forza) e un periodo di allenamento, voglio arrivarne a capo.

Sono passati 20 anni fra quel gelido giorno della mia prima salita di Tritacarne e questa prima r.p., o f.a. come si usa adesso chiamare le prime salite (io sono più per la r.p., sono nato con questo termine).

Mi ritrovo a partire sullo stesso punto della roccia, ma questa volta proseguo verso destra fino al punto più alto della falesia, incrociando vie storiche e nuove per uscire su Actung baby allungata che, per inciso, è stato uno dei miei primi 8b+. Così si ottiene una linea di novanta movimenti composta da una prima parte più di resistenza e una seconda più intensa e aleatoria.

Ripensandoci mi accordo che chiudere questa via è stata per me come concludere un percorso unico nella falesia di Gajum iniziato anni prima. Ho chiamato la via God save the Queen perché mi piaceva che tale linea fosse la regina. Anche se è un link cioè una creazione, e come tutte le creazioni sono arbitrarie, secondo me ha una sua estetica unica, un suo carattere e un suo senso logico.

Vent’anni sono passati dalla prima volta che ho scalato in questa falesia e in mezzo non sono solo cambiate mode (come i fuseaux) e attrezzi per la sicura (dall’otto al gri gri) ma tutto è cambiato e quando dico tutto… è proprio tutto!

L’unica cosa che probabilmente è rimasta uguale è il disco dei Sex Pistols che usavo per allenarmi più di vent’anni con la canzone God save the queen…

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