Inizio di giugno, accantonato il piano A che prevedeva una spedizione (chissà perché il piano A non funziona mai), interviene in piano B. Pensandoci bene, vista l’età e vari acciacchi o dovrei anche pensare a un piano C, non si sa mai. Ma torniamo al piano B, cosa prevedeva il piano B?
L’idea era di continuare con un progetto di una big wall nuova nel Masino, cosa che da anni sto portando avanti con vie di qualità a mio parere bellissime e con uno spiccato accento di avventura.
L’idea è di creare una serie di vie in libera su tutte le più grandi pareti del Masino, il problema è che ogni anno finita una idea ne compare subito un’altra. Nel mentre, ripetizioni di vie meno complesse, quindi più fattibili in libera e in giornata o a vista o lavorato veloce, quindi un sistema più free. Con una differenza, la Valle e le sue big wall sono di granito, per le altre vie prevedevo più calcare così di divertirmi di più su rocce e stili differenti.
All’inizio di giugno mi vedo con un pesante sacco per portare tutto il necessario sotto la parete della Mongolfiera, con Dani ci sono voluti tre giorni per l’apertura tra un temporale e l’altro e con bivacco su portaledge illuminato dalle saette, due giorni di pulizia e quattro per la rotpunkt in giornata. è nata Pana (dedicata a Pietro Biasini), nove tiri fino al 8b, una via con carattere. Questa storia poi la racconterò meglio.
(La rotpunkt della via Pana alla Mongolfiera – Ph G. Ongaro e C. Ceretti)
Da lì poi mi sposto in Wenden, ripeto in libero Jednicka nr.1 7c, grande via a mio parere una delle più belle della parete, e Letzter Mohikanen 7c+/8a. Erano anni che volevo salire questa via, il nome mi aveva sempre affascinato. Anche se la via l’ho trovata molto impegnativa non l’ho trovata così bella come me l’aspettavo. Ho salito a vista tutti i tiri fino al 7c, il più duro al secondo giro, penso non siano molte le salite di questa via in libera.
Poi mi sono spostato dall’altra parte della Svizzera e ho ripetuto in libera Kein Wasser kein Mond 7c, via fantastica, come dice Matteo Della Bordella: questa via è un pezzo di storia dell’arrampicata che merita assolutamente di essere percorso. Mi trovo d’accordo, questa via è stata aperta nel 1985 da due miti: Martin Scheel e Kim Carrigan, è incredibile pensare all’epoca dove sono saliti.
Poi in zona salgo un’altra via: Chico Mendes a vista fino al 7a+ parete molto bella, via molto bella.
Torno a un vecchio amore che era il Verdon, dopo qualche anno, alla parete del Duc salgo a vista Alix Punk fino al 7b+, una delle vie secondo Petit più belle di Francia su questo grado. Chiodata da un mio amico, Lionel, perfetta, veramente una gran bella via.
Poi mi sposto a Aiglun, saliamo Masotherapie, 8a, via molto bella in libera abbastanza stizzosa e cattivella. Lì in zona faccio una visita a Alì Babà 8a+ in verità è stata solo una visita di cortesia, giusto un assaggio per questa via che spero di tornare per provarla bene in libera. Credo che, come molti hanno commentato, sia una gran salita di arrampicata moderna su una parete unica dove le canne e il vuoto è totale, spero di tornarci.
Questa in breve la prima parte dell’estate, tra un temporale e l’altro e fra un amico e l’altro: Pala, Dani, Paolo, Stefano, Paolino, Marco e Matteo, grazie.
Ora il piano continua. Ah, dimenticavo: nei giorni non perfetti sono anche finito in qualche falesia così ho anche salito qualche tiro storico di arrampicata sportiva in Svizzera, vicino alla parete dove ho salito le vie, a Voralpsee Mordillo 8a+ a Engelberg Onan the masturbator 8a+e a Lehn No sika no crime 8b+ (come dice Lachat: Sans discussion).
Il piano B continua e lo zaino è pronto per partire.
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